No alle collane da dentizione per bambini: sono pericolose

collana per dentizione

Uno studio rilancia la questione: le collanine per bambini per la dentizione sono pericolose e non vanno usate

Il bambino soffre per la dentizione? Qualcuno è tentato dall’idea di mettergli una collanina d’ambra ma stando a uno studio in via di pubblicazione sugli Archives of Pediatrics queste collanine sarebbero molto pericolose per i bambini.

Le collanine continuano ad attirare l’attenzione di molti genitori, qualcuno crede che ci sia un valore esoterico e quasi mistico dietro l’uso delle collane d’ambra, altri sono convinti che questa pietra naturale abbia un qualche potere antidolorifico.

In realtà l’unico effetto che queste collanine potrebbero sortire è quello di mettere a rischio la vita del bambino. Come spiega la pediatra francese Isabelle Claudet che ha condotto uno studio sull’utilizzo delle collane d’ambra, 19 genitori su 29 hanno dichiarato di usarle per le loro proprietà analgesiche che aiuterebbero il bambino nella fase della dentizione, e qualcun altro ha anche dichiarato che la collanina servirebbe come oggetto di transizione della fase del distacco dalla mamma.

Da questo sondaggio si evince la disinformazione che circonda questi oggetti e il loro reale rischio.

Quali sarebbero i rischi?
Innanzitutto quello di strangolamento: si sono verificati diversi casi di strangolamento causato proprio dalle collane che possono incastrarsi in qualsiasi appiglio (un mobile o un angolo del letto). Per questo alcuni Paesi come Australia, Stati Uniti e Canada hanno emesso delle raccomandazioni ufficiali per sconsigliare l’uso di questi oggetti.

Inoltre la collana fatta di piccole pietre può rompersi e il bambino può ingerire una delle sue piccole parti e restare soffocato.

Infine val la pena di ricordare che non esiste alcuno studio scientifico che dimostri l’efficacia reale di queste collane per aiutare il bambino durante la dentizione. Gli unici metodi realmente sicuri ed utili sono l’anello da dentizione, massaggi alle gengive o, in caso di dolore forte, il paracetamolo o l’ibuprofene.

Fonte: redazione pianetamamma.it

Binocolo giocattolo faidate

Per chi vuole tuffarsi in un’avventura, ecco un binocolo faidate per giocare.

binocolo fai da te

Un binocolo realizzato con materiali completamente riciclati e riciclabili: altrimenti, che gusto c’è?
Per realizzarlo servono 3 rotoli di carta igienica vuoti, due elastici e un cordino.
Con una striscia di biadesivo unite tra loro due tubi di carta igienica della stessa altezza. Tagliate su un’estremità il terzo tubo, lungo tutta l’altezza, in modo da aprirlo. Lasciandolo ricurvo, infilate questo terzo pezzo di cartoncino al di sotto dei due tubi precedentemente uniti, e fermatelo con due elastici piuttosto stretti.
Con la bucatrice, praticate due fori all’estremità delle ‘lenti’ e infilatevi un cordino o un pezzo di lana vecchio, per poterlo infilare al collo.
Su Our Big Earth ne vedete l’originale, insieme al quaderno riciclato per prendere nota delle proprie scoperte esplorative.

 

Come educare i bambini al valore dei soldi

bambini e soldi

Sin dall’infanzia è importante far capire ai bambini l’importanza ed il valore dei soldi, in modo che capiscano di dover utilizzare il denaro in maniera sensata senza sprecarlo per acquisti inutili

Tutti i genitori si augurano il meglio per i figli e vorrebbero garantir loro tutto quello di cui hanno bisogno. Ma in tempi di crisi economica non è sempre possibile acquistare ai propri figli tutto quello che vorrebbero (ed è comunque importante insegnare loro che non possono ricevere sempre tutto quello che chiedono!). Per questo i genitori dovrebbero insegnare ai propri figli il valore dei soldi sin da quando sono piccoli.

Secondo alcuni esperti i bambini già all’età di 4 anni sono in grado di capire l’importanza dei soldi. Ed è proprio a questa età, quindi, che si deve iniziare a spiegar loro ad utilizzare i soldi in maniera consapevole, senza sprecarli inutilmente per acquistare cose superflue, di cui si può fare benissimo a meno. Gli psicologi Davide Algeri e Simona Lauri spiegano come far capire ai bambini l’importanza dei soldi.

Quando il bambino ha 4 anni si può iniziare a spiegare il valore del denaro e a cosa servono i soldi. Si può quindi parlare con i bambini che il denaro non appare così magicamente dal nulla, ma viene dato ai genitori in cambio del lavoro che svolgono ogni giorno. E da qui poi si può partire per spiegare come i soldi servano per acquistare tutto quello di cui hanno bisogno ogni giorno, dagli alimenti ai vestiti. Si può anche dire ai bambini che i soldi non sono infiniti e per questo a volte non è sempre possibile comprare giocattoli, figurine o altre cose divertenti che i bambini vorrebbero tutti i giorni.

All’età di 7 anni il bambino può iniziare ad imparare come gestire i propri soldi. Con l’inizio della scuola elementare, il bambino avrà infatti imparato a fare addizioni e sottrazioni e per lui (o lei) sarà più semplice capire quanti soldi occorrono per acquistare qualcosa. E’ questa l’età giusta per insegnar loro a gestire i soldi che hanno (soldi magari regalati da nonni o parenti per una festa o dati dai genitori in forma di “paghetta” settimanale). Sarebbe bene anche non dare dei soldi al bambino per compiere le normali azioni che deve svolgere in casa, come ad esempio mettere a posto i giochi prima di andare a dormire. Ed a questa età il bambino è anche grande abbastanza per capire se la famiglia ha qualche difficoltà economica e quindi mamma e papà non possono comprargli le scarpe firmate (ma molto costose) che vorrebbe o portarlo in vacanza per 3 mesi d’estate. L’importante è parlare con i bambini in maniera semplice e con serenità.

All’età di 11 anni si può iniziare ad insegnare al bambino l’importanza dei risparmio e come è possibile gestire i soldi magari aprendo un piccolo libretto di risparmio. In questo modo il bambino potrà capire che è importante non spendere subito tutti i soldi che gli vengono dati, ma che in alcuni momenti è invece importante metterli da parte per eventuali spese future. Ed è importante anche cercare di non trasformare i buoni risultati ottenuti a scuola dal bambino in denaro: il bambino deve impegnarsi a scuola non perché in cambio riceverà dei soldi ma perché capisce l’importanza dell’istruzione. Eventualmente i buoni risultati si possono premiare con un regalo o un piccolo viaggio. Ed a questa età è importante spiegare ai bambini perché alcune famiglie hanno più soldi e perché alcuni genitori possono permettersi di comprare cose più costose ai loro figli.

A 16 anni ormai il “bambino” è nel pieno dell’adolescenza ed ha iniziato il suo percorso che lo porterà, dopo qualche anno, ad una completa indipendenza nei confronti dei genitori. In questo periodo magari l’adolescente inizierà a chiedere più soldi ai genitori, per poter uscire con gli amici o togliersi qualche sfizio. Ma è sempre indispensabile mettere dei limiti e far capire al proprio figlio che non può sempre ottenere tutti i soldi che vorrebbe e deve stare attento a come spende il suo denaro. Magari il ragazzo può essere incentivato a compiere un lavoretto part-time in modo che possa capire meglio che deve guadagnare i soldi che ha ed è meglio non sprecarli in cose inutili.

In ogni caso è sempre bene far capire al proprio figlio che il valore di una persona non dipende dai soldi che ha nel portafogli. E che se un suo amico ha più soldi non vuol dire che sia migliore di lui/lei.

Fonte: Barbara Leone per pianetamamma.it

Come insegnare i colori ai bambini?

La scoperta dei colori è una tappa importante nello sviluppo del bambino. A 18 mesi è in grado di distinguere le tonalità, ma soltanto tra i 3 e i 4 anni capirà che ogni colore ha un nome. Ecco come aiutarlo a riconoscere, distinguere e dare il giusto nome a ogni tonalità.

i colori x i bambini

Per anni si è creduto che i neonati non riuscissero a vedere. Ma secondo le ultime scoperte i bambini appena nati sono in grado di seguire un oggetto, chiudere gli occhi se c’è una luce forte puntata su di loro e fissare un viso vicino. Come gli adulti organizzano lo spettro luminoso in un insieme di categorie cromatiche dando origine ai colori definiti. E’ stato provato che a otti giorni dalla nascita il bambino è in grado di distinguere i contrasti tra due sfumature dello stesso colore se uno è più luminoso dell’altro. A partire da sei mesi si sviluppa la visione dei colori. Il bebè riuscirà infatti a percepire che ci sono colori differenti, tuttavia senza distinguerli. La vista continuerà a svilupparsi e a perfezionarsi sino alla sua maturità, a circa 18 mesi.

Ma a che età i bambini imparano a distinguere e dare un giusto nome ai colori?

I bambini imparano a riconoscere e dare un nome ai colori primari (rosso, blu, verte e giallo) alla scuola materna, dai 3-4 anni. A 5 iniziano a distinguere e nominare colori più complessi come il rosa, il viola, il grigio o il marrone. In seguito riusciranno a differenziare due tonalità vicine come il marrone e il beige.

E nei casi di difficoltà a riconoscere i colori come aiutarlo?

Potete avvicinare il vostro piccolo ai colori a partire dai 2 anni. Indicate il colore della maglietta o dell’abito quando lo vestite. Quando gli raccontate una storia o leggete insieme un libro segnalate con il giusto nome il colore dei personaggi che sta osservando. Non scoraggiatevi se all’inizio alla domanda: ” che colore è questo?” lui risponderà sempre con lo stesso nome. E’ una tappa normale; per un bambino è difficile capire che a ogni colore è associato un nome diverso. Lasciategli il tempo di accettare e capire questo codice che voi cercherete di insegnargli. Un giorno capirà il principio e sarà tutto più semplice.

Cosa fare se il bambino rifiuta alcuni colori?

Spesso i bambini rifiutano di indossare alcuni colori, ad esempio per i maschietti il colore tabù può essere il rosa. Questa reazione è perfettamente normale tra i 3 e i 6 anni, un’età in cui si sta costruendo la loro identità sessuale e il colore viene percepito come un marchio importante in questo senso. Cercate di spiegare loro che non ci sono tonalità per maschietti o per femminucce, rispettando comunque le sue scelte. Al di là del colore come segno per sottolineare la propria identità, alcuni bambini presentano da subito delle reazioni e delle preferenze ben marcate rispetto ai colori, In questo caso il rifiuto di una tonalità è legato alla formazione del gusto personale, quindi non c’è da preoccuparsi.

Fonte: Monica De Chirico per pianetamamma.it

Lo smog fa nascere i bambini sottopeso

Uno studio scopre che a causa dell’aumento dell’inquinamento i neonati sono sempre più sottopeso

sotto peso

Una ricerca internazionale che ha esaminato più di 3 milioni di neonati di molti Paesi, dall’America all’Australia, ha scoperto che l’aumento delle polveri sottili nell’aria delle metropoli (pm10) ha contribuito ad aumentare l’incidenza di bambini che nascono con un peso inferiore alla norma.

La soglia minima di peso indicata dalle autorità sanitarie internazionali è di due chili e mezzo di peso: al di sotto di questo limite il bambino può andare incontro a maggiori rischi di morte infantile, ma anche a problemi di salute cornici e malattie mentali.
Per questo il giusto peso alla nascita è un dato estremamente importante, anche per fare una valutazione dello stato di salute del bambino nei primi mesi di vita.

Ma stando a quanto scoperto dagli scienziati della Newcastle University l’aumento dell’inquinamento ambientale registratosi soprattutto nelle aree metropolitane del pianeta ha fatto sì che sia aumentata anche la percentuale di bambini nati sottopeso.

Nello studio, che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Health Perspectives, sono stati esaminati milioni di neonati in 14 località sparse nel mondo e i ricercatori hanno concluso che a fronte dell’aumento di 10 microgrammi per metro cubo nell’esposizione media all’inquinamento durante la gravidanza, si registra un aumento del rischio di partorire un bambino sottopeso dello 0,03% se si guarda allo smog da Pm10 e addirittura del 10% se si guarda alle Pm2.5.

Tanja Pless-Mulloli, che ha guidato la ricerca, ha spiegato che a prima vista potrebbe sembrare un incremento di piccola entità, ma in realtà lo studio serve anche a confermare inequivocabilmente che lo smog e queste minuscole particelle che riescono a penetrare nei polmoni hanno effetti negativi sullo sviluppo del feto e sulla gravidanza.

Fonte: redazione pianetamamma.it

Sviluppare l’autostima nei bambini e nelle bambine: iniziare un nuovo gioco

Ecco qualche idea per organizzare un gioco in grado di aiutare i bambini insicuri ad avere maggiore fiducia nelle proprie potenzialità e a non restare da una parte

sviluppare l'autostima
Abbiamo detto che i giochi possono essere un’occasione importante per potenziare l’autostima di bambine e bambini. Uno, due e tre: tutti pronti? Si gioca. Chi vuole fare il porta-bandiera a rubabandiera? Chi fa le squadre e come? Spesso, si trovano dei volontari, e c’è sempre qualcuno che si fa da parte. E, spesso, chi si fa da parte è proprio quel bambino, o quella bambina, che più avrebbe bisogno di buttarsi, di prendere decisioni, di fare scelte, di mettersi in gioco.

Se si vuole cogliere l’occasione di una situazione di questo tipo per potenziare l’autostima dei bambini e abituarli a fare giochi di squadra non competitivi, sarà utile utilizzare delle strategie di selezione dei leader e di formazione delle squadre che prevedano la partecipazione di tutti, a turno, nei diversi ruoli e la formazione di squadre non basata su criteri di amicizie o abilità. Avete qualche proposta in questo senso? Voi di solito come fate? Noi vi proponiamo qualche idea, aspettando i vostri suggerimenti.

Per la scelta dei leader, si possono scrivere i nomi dei partecipanti su dei bigliettini e poi nasconderli. Una caccia al tesoro deciderà l’ordine in cui tutti i bambini e le bambine si alterneranno nel ruolo di leader. I bigliettini possono anche essere nascosti in palloncini colorati (Fonte: Laboratorio Autostima), da far scoppiare uno dopo l’altro affidando alla sorte, anche questa volta, l’ordine di successione.

Per fare le squadre, si possono usare varianti dei giochi per i leader ad esempio, se si pensa di fare un certo tipo di gioco una sola volta, il primo nome che viene fuori deciderà il leader, gli altri formeranno le squadre (i primi cinque in una squadra, gli ultimi cinque nell’altra). Un classico per la selezione delle squadre è la conta: seduti in cerchio, si conta in successione fino al numero dei gruppi da formare (ad esempio: 1, 2, 3; 1, 2, 3), poi tutti quelli con lo stesso numero (o colore, animale etc.) saranno nella stessa squadra. Per i più piccoli, si possono usare dei contrassegni, basteranno anche dei piccoli cartoncini colorati da distribuire in successione, in modo che ognuno veda e riconosca i propri compagni.

Se si pensa che solo la competitività serva ai leader, e quindi che sia giusto incoraggiare alla gara e alla migliore prestazione molto più che alla collaborazione e all’alternanza, si rischia di fare un errore, su molti piani: “Le abi­lità che occorreranno ai lea­der del prossimo secolo saran­no radicalmente diverse da quelle ritenute preziose oggi e saranno competenze come il saper catalizzare i cambia­menti, l’adattabilità, la capacità di trarre vantaggio dalla diver­sità e tutte le abilità relative al lavoro in team”. (fonte Vita Infanzia).

Fonte: pianetamamma.it

Sviluppare il potenziale del linguaggio: come leggere libri con bambine e bambini piccoli

E’ importante regalare ai bambini dei libri fin dalla nascita: anche se non sanno leggere o scrivere possono imparare molto fin dai primi mesi.

bambini che scrivono

Il gioco dei bambini
è il più grande lavoro di conoscenza.
(Tina Festa, Caviardage)

Penso sia accaduto a molti di noi: qualcuno che rimane sorpreso se prendi un libro per un neonato. Per ora, ad esempio, non ne ho mai visti nelle liste nascita e non sono i regali più frequenti che si ricevono da piccolini. Eppure, molti segnali ci dicono che questo è un regalo importante da fare. Con un’avvertenza: le bambine e i bambini imparano moltissimo con il gioco libero, facendo esperienza delle cose semplici, vivendo in relazione con adulti e coetanei, correndo liberi in spazi aperti nella natura per fermarsi a scoprire fiori e formichine.

Non dobbiamo mai dimenticarlo. Il libro non deve mai essere un’imposizione, né per i bambini, né per gli adulti (LEGGI). Leggete, leggete tanto con i vostri bambini, ma solo quando ne avete voglia, solo quando riconoscete che quello è il momento giusto per entrambi. Ci vorrà qualche prova, dovrete fare qualche tentativo e accettare qualche fallimento. Ma, scoperto insieme come, cosa, quando e quanto vi piace leggere, potrà essere difficile farne a meno e potrà accadervi quello che racconta Rodari nelle Favole al telefono (LEGGI), che cioè sentirete il bisogno di leggere e raccontarvi storie anche da lontano.

La lettura potrebbe anche essere un’attività in cui i genitori rivestono delle aspettative forti: crescere una bambina o un bambino con certe caratteristiche, con certe abilità, ma tutte queste aspettative, per quanto comprensibili, non devono essere caricate sulla lettura, o sulle spalle dei bambini, come un peso, un carico.

E’ importante invece che la lettura sia più simile al gioco, in cui ci si diverte, che il bambino è libero di scegliere o rifiutare, ricordando le parole significative e preziose di Jim Taylor: “il successo può essere definito come lo stabilire e ottenere obiettivo che i bambini si sono dati. Di conseguenza, il fallimento può essere visto come il non riuscire a raggiungere i propri obiettivi. Ma fallimento potrebbe essere inteso anche come il raggiungimento di obiettivi che non sono coerenti con i valori dei bambini, anche se un obiettivo potrebbe essere visto come un successo agli occhi della gente”.

Fonte: a cura di Parlare con i bambini per pianetamamma.it

Festa della mamma – Biglietto con vestito

vestito 1

Guardate che carino questo lavoretto; con pochi semplici passaggi potete realizzare tanti vestini, ognuno personalizzato con piccoli particolari (nastri, perline, fiorellini).

BIGLIETTO CON VESTITO DI CARTA

Materiale:

cartoncini colorati
forbici
colla
Passaggi:

1) Stampate le sagome del vestito

sagoma vestito 1
2) Ritagliate su un foglio colorato

sagoma vestito 2
3) Incollate le due parti del vestito

sagoma vestito 3
4) Rifinite con nastrino o altro materiale

sagoma vestito 4
5) Prendete un cartoncino e piegate a metà per creare un biglietto

sagoma vestito 5
6) Incollate il vestito sul biglietto e il lavoretto è terminato!!

sagoma vestito 6   sagoma vestito 7

Fonte: lavoretticreativi.com

I bambini non devono bere gli energy drink

no energy drink

Un’indagine europea mostra che troppi bambini, anche piccoli, bevono energy drink. Ecco perchè dovremmo proibirli

Colorate, appetibili, divertenti e apparentemente dissetanti. Il mercato degli energy drink è in crescita e a berne sempre di più sono i bambini e i ragazzi.

Una recente indagine condotta dall’Esfa (Agenzia europea per la sicurezza alimentare) ha scoperto che il 68% degli adolescenti (11-18 anni) consuma bevande energetiche e il 12% si considera un forte consumatore con una media di 7 litri al mese. Le cose non vanno meglio se si guarda alla fascia di età 3-10 anni: il 18% consuma energy drink e il 16% si considera un forte consumatore con una media di 4 litri al mese.

La preoccupazione nasce dal fatto che queste bevande sono arricchite con caffeina, taurina o D-glucuronolattone e già nel 2009 gli esperti scientifici dell’Esfa avevano manifestato grande preoccupazione per il consumo abituale di queste bevande da parte dei bambini e dei teenager.

Emanuele Scafato, gastroenterologo, presidente della Società Italiana di Alcologia, non usa mezzi termini e spiega che i bambini “non dovrebbero affatto consumare energy drink per ragioni di salute. Quale adulto responsabile farebbe bere molti caffè a un ragazzino sotto i 10 anni? Nei bambini predisposti o con piccoli problemi (come il diffuso soffio al cuore), quantità anche irrilevanti di caffeina possono provocare alterazioni rischiose del ritmo cardiaco”.

E infatti in generale gli energy drink non sono adatti a donne in gravidanza, anziani, bambini e persone con problemi cardiovascolari.
Il contenuto di caffeina e altri eccitanti può causare seri problemi alla salute, dall’insonnia alla tachicardia, dalle crisi convulsive alle alterazioni delle funzioni renali.

Inoltre è bene sottolineare che esiste una enorme differenza tra gli sport drink e gli energy drink: i primi sono bevande che aiutano a reintegrare i sali minerali perduti con l’attività sportiva o in estate da un’eccessiva sudorazione; gli energy drink servono invece ad assumere aminoacidi, vitamine e sostanze eccitanti, come la taurina o la caffeina, utili per aumentare l’apporto energetico in vista di un’attività sportiva intensa.

Fonte: redazione pianetamamma.it